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Covid-19: andrà davvero tutto bene?

03/04/2020

Fa pensare la tesi di alcuni studiosi secondo cui l'inquinamento possa favorire e accelerare la diffusione del Covid-19.

Ma analizzando le informazioni che arrivano ormai da diverse settimane, non si può non notare che effettivamente la pandemia del coronavirus si è manifestata in maniera più preoccupante nelle aree più inquinate del mondo. In Italia infatti soprattutto al nord, nella Pianura Padana, dove i livelli di particelle inquinanti sono tra i più elevati dell'Europa.

L'inquinamento è assodato che crei problemi al sistema respiratorio, che potrebbe risultare più sensibile e che potrebbe essere così più debole di fronte alla virulenza del Covid-19.

Inquinamento e cambiamenti climatici sono strettamente collegati ed entrambi hanno un impatto sulla salute, oltre che sociale ed economico, quindi potrebbe non essere una teoria campata in aria la correlazione con la forte espansione delle infezioni da Covid-19 nelle aree più inquinate.

Ad oggi quello che possiamo fare di veramente valido perché questo e altri virus simili non ci uccidano e non influenzino le nostre vite, ancora non lo conosciamo.
Di sicuro possiamo cambiare le nostre abitudini per consumare e vivere in maniera il più sostenibile possibile per diminuire l'inquinamento. 
Questo crediamo faccia sicuramente bene a prescindere da ogni virus.

Questa del Covid-19 non è la prima pandemia che il mondo ha dovuto affrontare.
Nel secolo scorso sono morti milioni di esseri umani, uccisi da virus influenzali che hanno originato tre gravi epidemie: la "Spagnola" (1918-1920), la "Asiatica" (1952) e la "Hong Kong" (1968).

Le morti avvenute erano causate soprattutto da infezioni batteriche che si sovrapponevano alla polmonite virale scatenata da quel dato virus. Quindi venivano curate con antibiotici.
Le epidemie degli ultimi tempi invece (come la Sars del 2003 e come il Covid-19 dei giorni nostri) sono causate da infezioni che non si riesce ad arginare.
O meglio, da infezioni che procedono con andamenti diversi e che non si sa ancora spiegare.

Un'infezione da Covid-19 all'inizio si manifesta con febbre e comparsa di tosse secca (almeno questi sembrano essere i sintomi più frequenti, anche se in molti casi questi possono essere molto leggeri o non esserci proprio).
Dopo una settimana o dieci giorni, la sintomatologia presente migliora fino a scomparire nella maggioranza dei casi, ma c'è una percentuale di casi che, seppur piccola, peggiora. E una ancora più piccola che peggiora in maniera molto grave.
In questi casi i sintomi si manifestano con dispnea e necessità di aiuto nella respirazione. Se la situazione prosegue e degenera può portare alla morte.

Ma cosa è successo?

È successo che la moltiplicazione del virus nell'organismo ha fatto mobilitare il sistema immunitario, che ha così prodotto delle sostanze (citochine infiammatorie), che si riversano nei polmoni per difenderli.
Ma può capitare che in particolari soggetti, queste citochine si trasformino in soldati senza controllo, che invece di preservare il tessuto polmonare, lo danneggino, riversandosi poi anche in altri organi e danneggiando anche questi ultimi.

Questi "particolari soggetti" sono tutte quelle persone che hanno già un'infiammazione sistemica in corso perché presentano altre patologie, come il diabete, malattie cardiovascolari, pressione alta, obesità, chi fuma, chi beve molti alcolici, le persone anziane, chi presenta per genetica livelli di citochine più elevati.

In comune con tutte le altre epidemie avvenute, il Covid-19 ha che anch'esso è una zoonosi.
Cioè è una malattia (sembra) che è nata da altre specie animali e che è passata all'uomo a seguito di pressioni innaturali: si dice che ha fatto spillover, cioè ha fatto un salto di specie.
Questo "salto" avviene in seguito a contatti con animali selvatici e in seguito a cambiamenti climatici, deforestazione, caccia, macellazione di animali selvatici, ... 

In definitiva, se veramente si è verificato questo (e questo virus non è sfuggito da qualche laboratorio in cui veniva studiato o addirittura creato), la colpa è da attribuire al fatto che la distruzione degli habitat naturali ad opera dell'uomo sta portando la nostra specie verso sempre maggiori possibilità di spillover di virus con tutto ciò che ne consegue.

Per questo oggi più che mai siamo di fronte ad un bivio importante: oggi dobbiamo decidere quale strada intraprendere.
Vogliamo continuare a sfruttare la Natura senza criterio oppure scegliamo di frenare la nostra corsa verso una "crescita" che non sappiamo dove ci condurrà?

In un ambiente stravolto, le epidemie possono diffondersi velocemente.
Alterare il delicato equilibrio fra uomo e Natura ha spesso conseguenze molto serie.
Distruggere gli ecosistemi ha un impatto sul mondo intero.
Ma forse ancora non tutto è perduto!

​​​​​​​Prendiamoci cura del Pianeta invece di sfruttarlo, proteggiamo le sue foreste, i suoi oceani, le sue specie animali, combattiamo i cambiamenti climatici, preserviamo anche con piccoli gesti quotidiani quello che è casa nostra!
Solo così possiamo ritrovare l'equilibrio perduto.
E solo così... andrà tutto bene!