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Gli eccipienti in un integratore

15/05/2017

La qualità di un integratore naturale si misura tramite pochi semplici parametri:
  • qualità della materia prima utilizzata
  • concentrazione dei principi attivi contenuti
  • biodisponibilità degli stessi principi attivi
A queste caratteristiche bisogna aggiungerne un’altra, quella della presenza o meno di eccipienti.

La qualità di un integratore infatti si misura, non solo dalle sue sostanze funzionali, ma anche dalla tipologia di eccipienti che contiene e che ne corredano la formula.

Gli integratori possono essere in forma solida (capsule o compresse) o in forma liquida (gocce alcoliche, decotti, succhi, estratti fluidi o sciroppi).

La capsula è la forma di integratore più semplice da realizzare perché è costituita quasi esclusivamente dalla polvere della sostanza funzionale che contiene.
A questa vengono aggiunti antiaggreganti (come il biossido di silicio) per evitare che la capacità delle polveri di richiamare acqua porti ad un eccessivo assorbimento di umidità, che potrebbe alterare il preparato.

La compressa è la forma solida che richiede un uso maggiore di eccipienti:
  • diluenti (che servono a disperdere in modo uniforme la polvere e garantiscono il mantenimento della consistenza e della forma della compressa). Può essere usato il lattosio (assolutamente da evitare per chi è allergico al latte e anche per chi ha problemi di intolleranze perché potrebbe causare shock anafilattico nel primo caso e disturbi gastrointestinali nel secondo). Assolutamente da sostituire con altri eccipienti, come ad esempio amido di mais, cellulosa microcristallina o calcio fosfato.
  • disgreganti (che servono a far disgregare velocemente la compressa una volta venuta a contatto con i liquidi dello stomaco). Vengono usate spesso sostanze purtroppo allergizzanti o, nel caso di compresse effervescenti, sostanze che possono irritare la mucosa dello stomaco come l’acido tartarico.
  • lubrificanti (che migliorano lo scorrimento delle polveri negli stampini delle compresse). In questo caso sono da preferire per esempio la silice piuttosto del talco, lo stearato di magnesio vegetale piuttosto che oli vegetali idrogenati.
  • Edulcoranti, coloranti e filmogeni (che conferiscono un aspetto e un gusto gradevoli). Sono sicuramente da preferire compresse prive di coloranti ed edulcoranti artificiali e aromi sintetici a favore di compresse dolcificate con Stevia.
La capsula è una preparazione con un involucro esterno che racchiude la polvere.
Questo involucro può essere realizzato con vari materiali.
I più usati sono quelli di gelatina animale (ottenuta per idrolisi di collagene animale mescolata a sorbitolo e glicerolo) e quelli di gelatina vegetale (costituita da idrossimetilpropilcellulosa). Attenzione che le capsule di gelatina animale non contengano anidride solforosa come conservante perché è responsabile della distruzione della vitamina B1 e del ridotto assorbimento del calcio.

​​​​​​​Gli integratori in forma liquida sono quelli più instabili perché contengono acqua, che può predisporre allo sviluppo di microrganismi patogeni e per questo necessitano di diversi eccipienti, quali:
  • conservanti (che hanno lo scopo di mantenere la carica microbiologica al di sotto dei limiti consentiti). Molti conservanti utilizzati possono dare problemi. Per esempio si può alzare la percentuale di zucchero, ma questo rende il prodotto inutilizzabile da chi ha problemi di diabete; si può aumentare l’acidità, ma questo renderà il prodotto poco tollerato da chi ha problemi gastrici; si possono aggiungere vere e proprie sostanze ad azione conservante, come il potassio sorbato, che però devono rimanere a livelli bassi per non creare reazioni (come dermatiti). Oppure si può ricorrere a metodiche molto efficaci, come la pastorizzazione o la sterilizzazione, che consentono dove possibile di eliminare i conservanti.
  • emulsionanti (che servono per evitare la formazione di grumi o depositi). Tra tutti i possibili composti usati in questo senso, sicuramente i migliori sono le maltodestrine, che impediscono la cristallizzazione degli sciroppi (e sono da preferire quelle di mais o riso perché adatte anche agli intolleranti al glutine).
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