Prima di tutto, che cos’è?
L’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) di un prodotto cosmetico è l’elenco degli ingredienti che quel prodotto contiene in ordine decrescente di concentrazione (cioè da quello presente in percentuale maggiore fino a quello con percentuale minore) secondo una nomenclatura standard.
Nella parte inferiore della lista si trovano conservanti, colori e fragranze che solitamente vengono utilizzati in concentrazioni inferiori all’1% e che pertanto possono essere menzionati anche in ordine sparso.
• Conservanti: sono necessari per preservare i cosmetici da contaminazione e sono indicati con il loro nome chimico.
• Coloranti: sono identificati dalla sigla CI (Colour Index) seguita da un numero, che ne definisce la tonalità del colore.
• Profumi: sono indicati come parfum o fragrance.
• Per i prodotti cosmetici da trucco può essere menzionato l’insieme dei coloranti utilizzati nella gamma, a condizione di aggiungervi le parole “può contenere” o il simbolo +/-.
Nella maggior parte dei cosmetici, il primo posto della lista è occupato dall’acqua perché presente in alta concentrazione e il suo INCI può essere aqua o water dall’INCI americano.
La difficoltà nel decifrare l’INCI deriva anche dalla lingua in cui vengono riportati gli ingredienti:
• Il nome delle sostanze chimiche o che sono frutto di sintesi chimica, viene riportato in inglese o tramite codici numerici (i coloranti).
• Il nome delle sostanze di derivazione botanica/vegetale viene riportato in latino con il nome botanico della pianta da cui sono state estratte.
Oggi sempre più spesso si parla di cosmetici con ingredienti “puliti”.
Ma cosa si intende veramente?
Significa che quegli ingredienti devono rispettare la pelle e l’ambiente, cioè che devono avere un reale e positivo effetto sulla pelle e non devono impattare negativamente sull’ambiente.
Ed ecco che nasce il concetto di Eco-Dermo-cosmesi.
Negli ultimi anni si è registrato, a livello mondiale, un aumento di:
• pelli sensibili e reattive
• dermatosi causate o favorite da cosmetici (ad esempio rosacea, acne adulta,…)
• dermatite atopica
• cute asfittica
• pori dilatati e comedoni
• iperpigmentazioni
• pelli secche e desquamate che non migliorano nonostante l’uso di prodotti cosmetici mirati
Le cause possibili di queste affezioni possono essere di vario tipo:
• uso di cosmetici errati
• uso eccessivo o sbagliato di cosmetici
• una routine igienico/cosmetica mal condotta
• uso di prodotti contenenti veicoli e/o principi attivi cosmetici non dermocompatibili
Molti ingredienti infatti, pur non essendo tossici o allergizzanti, si rivelano poi poco “dermo-compatibili” allo stesso tempo tali ingredienti spesso non sono eco-compatibili (l’esempio più calzante è quello dei siliconi, che apparentemente fanno bene alla pelle perché la rendono setosa, ma che a lungo andare non solo diventano dannosi per la pelle stessa, sono anche non biodegradabili e quindi impattanti sull’ambiente).
Oggi le alternative ci sono e sono date dai prodotti “amici della pelle e dell’ambiente”, eco-dermo-compatibili appunto.
In poche parole, una buona formulazione di un cosmetico deve rispettare le regole dell’ecologia, ma non solo: il prodotto in questione deve anche dimostrare di essere affine alla pelle (dermo-compatibilità), di non danneggiarla, e, per ultimo, ma non meno importante, che mantenga la promessa del suo claim (idratante, antirughe, elasticizzante, …).
I prodotti eco-dermo-compatibili sono quelli che sostituiscono i principi attivi e i loro veicoli che non rispondono a tali requisiti.
Purtroppo ci sono ancora troppe aziende cosmetiche che seguono al massimo la direzione della tollerabilità cutanea (test allergici) e delle caratteristiche sensoriali (texture, profumazioni).
Inoltre, produrre un buon eco-dermo-cosmetico, tecnologicamente avanzato, è sicuramente più difficile.
E anche più costoso.
Ma sapere che è possibile, deve diventare l’obiettivo da raggiungere.
E se il trend si invertirà a favore di questo tipo di produzione, anche i costi si abbatteranno rapidamente.
Attualmente esistono vari marchi che certificano l’ecologicità di un cosmetico.
Grazie poi a Skineco (l’Associazione Internazione di Eco-Dermatologia) si può valutare anche la dermocompatibilità e consegnare al consumatore un prodotto davvero etico e affidabile.
Alcune tra le sostanze che bisognerebbe non ritrovare più nella composizione dei cosmetici perché non corrispondenti ai criteri di eco-dermo-compatibilità sono:
• Petrolati (azione antistatica): Paraffinum liquidum, Petrolatum, Mineral oil
• Polietilenglicoli (PEG)(azione emulsionante)
• Cessori di formaldeide: Imidazolidinyl urea, Diazolidinyl urea, … (conservanti)
• EDTA (sequestrante)
• Ftalati (phtalates)
• Siliconi (ad azione condizionante): quasi tutte le sostanze che finiscono in -one, -thicone oppure -xane e -siloxane: (ad esempio dimethicone, cyclomethicone, amodimethicone, cyclopentasiloxane, …)
• Quelle formate o che contengono 3 o 4 lettere in maiuscolo PEG, PPG, DEA, MEA, TEA, MIPA, EDTA seguite da un numero
• Alcuni Antimicrobici, Antiossidanti e Conservanti come: bht, bha, triclosan, DMDM hydantoin, midazolidinyl urea, imidazolidinyl urea, diazolidinyl urea, formaldheyde, methylchloroisothiazolinone, methylisothiazolinone, sodium hydroxymethylglycinate
• Carbomer assieme a radici quali crosspolymer o acrylate(s) o styrene o copolymer o nylon
• Triethanolamine (emulsionante)
• Coloranti Chimici (CI più un numero)
• Chlorexidine (ad alte percentuali) (disinfettanti)
• Nonoxynol o Poloxamer (tensioattivi)
• Formulazioni in Nanoparticelle
• Disturbatori Endocrini
I siliconi sono composti a base di silicio, che non si trovano in Natura e sono capaci di creare lunghe catene di legami chimici dalle caratteristiche molto differenti.
Tutti conosciamo il silicone che si utilizza per le impermeabilizzazioni e per il fissaggio di materiali edili, si sa che il silicone viene utilizzato per protesi estetiche, ma meno conosciuto è il suo uso in cosmesi.
Eppure in una gran quantità di prodotti cosmetici si ritrovano nella loro composizione, per le caratteristiche peculiari che hanno:
• sono leggeri e non danno la sensazione di untuosità che possono dare i grassi vegetali
• conferiscono un’impareggiabile tocco setoso sulla pelle
• sono resistenti al calore e all’ossidazione e non forniscono terreno di coltura per i batteri
• abbattono la schiuma ovvero evitano il formarsi della scia bianca mentre si spalma una crema, anche in percentuali molto basse
• non danno allergie e non penetrano all’interno della pelle
• sono idrorepellenti
• aumentano la performance dei filtri solari sia chimici che fisici
Con essi, quindi, si possono formulare per esempio creme solari che resistono all’acqua, creme viso che danno un’immediata sensazione di efficacia a causa dell’effetto seta che donano alla pelle nei punti in cui vengono spalmati, creme corpo non untuose ma vellutanti.
Ma non sono prodotti senza difetti.
Anzi!
Utilizzati al posto degli emollienti vegetali nelle creme, restando in superficie e non penetrando negli strati più profondi dell’epidermide, hanno il difetto di non nutrire affatto la pelle.
Chi applica creme siliconiche convinto di fare del bene alla propria pelle, in realtà si disidrata sempre più!
Questi prodotti vengono spesso utilizzati per mascherare formulazioni scadenti e povere di principi attivi, danno appagamento immediato regalando una pelle liscia e setosa, ma non hanno altri effetti benefici.
In più i siliconi non sono materiali biodegradabili, finiscono direttamente negli scarichi fognari e si accumulano nell’ambiente.
In sintesi, fino a una concentrazione del 2% circa, tali sostanze possono essere tollerabili perchè la loro presenza migliora la perfomance delle formulazioni cosmetiche; in percentuali troppo elevate hanno lo svantaggio di non essere dermo-cocompatibili e producono solo una situazione di ingannevole soddisfazione cosmetica.
A proposito di disturbatori endocrini, l’Università di Ancona ha fatto degli studi interessantissimi che dimostrano l’avvelenamento della barriera corallina a causa dei filtri solari.
Tra le sostanze maggiormente pericolose per i coralli ci sono: ethylhexyl methoxycinnamate, benzophenone-3, 4-methylbenzylidene camphor e parabeni.
Sembra che uno dei meccanismi d’azione che determina la morte dei coralli sia un’azione “estrogenica”.
Potenziali disturbatori endocrini si possono trovare in tutti i cosmetici:
• BORIC ACID
• ETHYLPARABEN
• 1,2-BENZENEDICARBOXYLIC ACID
• BENZOPHENONE-2
• BENZOPHENONE-1
• 3-BENZYLIDENE CAMPHOR
• BHA (butylated hydroxyanisole)
• 4-METHYLBENZYLIDENE CAMPHOR
• ETHYLHEXYL METHOXYCINNAMATE
• CYCLOTETRASILOXANE
• HYDROXYCINNAMIC ACID
• DIHYDROXYBIPHENYL
• PROPYLPARABEN
• BUTYLPARABEN
• METHYLPARABEN
Ecco, ora tutte le informazioni di base per saper leggere cosa contengono i prodotti che usate quotidianamente.
Nonostante sia ormai noto quali sono gli ingredienti potenzialmente dannosi per la salute e per l’ambiente, ancora troppe aziende continuano a creare prodotti che li contengono.
Ma se cominciamo tutti a lasciare sugli scaffali prodotti poco “green”, faremo tanto per la salute nostra e dell’ambiente che ci circonda.
E questo possiamo farlo solo imparando a leggere un INCI.
Scegliere un cosmetico è un pò come entrare in una cabina elettorale e votare il mondo che vogliamo.
Non ci faremo più abbindolare da pubblicità ingannevoli e saremo più consapevoli di quello che ci mettiamo addosso!
(Tratto da www.skineco.org)