Si parla tanto di spf (fattore di protezione solare), di quanta crema solare stendere e ogni quanto tempo, di filtri solari “fisici” o “chimici”, di stesura e texture di un solare, ma mai o quasi mai dell’indice UV.
Sapete cos’è?
È l’indice della radiazione ultravioletta solare.
Viene adottato a livello internazionale in modo da trasmettere informazioni sul possibile rischio di un’esposizione eccessiva al sole.
L’indice UV esprime la pericolosità della radiazione solare durante la massima elevazione del sole sull’orizzonte (che va dalle 12 alle 13) e coincide in giornate serene con il massimo livello di radiazione ultravioletta.
L’indice UV può assumere valori da 0 a 12: naturalmente più alto è il valore numerico più è alto il rischio derivante dall’esposizione solare.
Alle latitudini italiane, con cielo sgombro da nubi, l’indice UV varia da 1 a 3 nei mesi invernali, da 4 a 6 in primavera e autunno, fino a 7 e 9 nei mesi estivi. In presenza di cielo nuvoloso questi valori si riducono. Infatti i livelli di radiazione UV sono influenzati dall’altezza del sole (più è alto in cielo e più è alto il livello della radiazione, quindi il rischio varia con l’ora del giorno e nel corso dell’anno), la latitudine (più si è vicini alle zone equatoriali e più sono alti i livelli di radiazione), la copertura del cielo (a cielo sereno la radiazione UV raggiunge i massimi livelli), l’altitudine (più si sale in quota e più l’atmosfera si assottiglia e meno viene assorbita la radiazione, per cui aumenta la radiazione UV), l’ozono (l’ozono assorbe parte della radiazione e i suoi livelli variano a seconda dei periodi dell’anno e anche in base alle ore del giorno), la riflessione della superficie terrestre (le radiazioni UV vengono riflesse e diffuse in misura variabile dalle diverse superfici: la neve per esempio riflette l’80% della radiazione, la sabbia circa il 15%).
A dosi giuste le radiazioni UV sono benefiche e fondamentali per esempio per fissare la vitamina D, sono utili per il trattamento di diverse malattie della pelle, come la psoriasi e gli eczemi.
È anche vero che l’esposizione prolungata alle radiazioni UV può provocare effetti dannosi alla pelle stessa e agli occhi: l’invecchiamento precoce della pelle è l’effetto più visibile e tangibile di una eccessiva e sbagliata esposizione al sole, così come le infiammazioni agli occhi, fino ad arrivare a tumori della pelle e cataratta. In molti paesi l’indice UV è riportato dai quotidiani, dalla televisione e dalla radio insieme alle previsioni del tempo.
Oggi poi esistono anche delle applicazioni a cui appoggiarsi, dove vengono indicati i vari indici UV nelle varie ore della giornata.
Una rappresentazione grafica standardizzata presenta gli indici UV in maniera più immediata, anche perché aiutata dai differenti colori.
Ad ogni categoria di indice UV corrisponde un colore e ogni colore corrisponde a una specie di semaforo: verde significa indice UV basso e sicuro e corrisponde ai numeri 1 o 2 (non è richiesta alcuna protezione), giallo significa indice UV moderato, numeri 3,4 e 5 (richiesta la protezione di crema solare, maglietta, occhiali, cappellino), arancio significa indice UV alto, indicato coi numeri 6 e 7 (non solo è richiesta la protezione di crema solare, maglietta, occhiali e cappellino, ma anche di stare all’ombra nelle ore centrali), rosso significa indice UV molto alto, numeri 8,9 e 10 (richiesta una protezione extra: valgono le indicazioni del colore arancio, ma anche evitare di stare fuori nelle ore centrali) e viola significa indice UV estremo, numero 11 e 12 (la protezione deve essere super e valgono le indicazioni del colore rosso).